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L'Euribor all'1,45% non oscura il «fisso»

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6 Marzo 2009

Se il tasso di riferimento della Banca centrale europea (Bce) ha raggiunto con l'1,5% di ieri il livello più basso da quando esiste l'Unione monetaria, gli Euribor al quale sono indicizzati i mutui variabili avevano già anticipato il movimento scendendo ai minimi storici già da qualche settimana. Proprio ieri il tasso interbancario a un mese ha toccato l'1,45% (1,76% l'Euribor a 3 mesi): se si pensa che soltanto 5 mesi fa questi parametri viaggiavano sopra il 5% si comprende quale possa essere il sollievo di chi negli ultimi mesi ha saputo (o potuto) resistere alla tentazione di trasformare il suo finanziamento rendendolo fisso.
Certo, per molti risparmiatori i ribassi tardano a manifestarsi a causa del meccanismo differito di calcolo del tasso da applicare: in molti casi è possibile che le rate di questi giorni siano ancora indicizzate ai valori dell'Euribor dello scorso anno, addirittura a quelli massimi registrati a ottobre. Ma è soltanto una questione di tempo e già a partire dai prossimi mesi gli effetti sui mutui saranno sempre più tangibili, anche perché la tendenza alla riduzione dei tassi sembra destinata a proseguire.
Da Francoforte il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha lasciato chiaramente intendere nella conferenza stampa di ieri che l'asticella possa essere abbassata ancora nei mesi a venire e difatti gli economisti che compongono il panel Reuters prevedono una discesa fino all'1% entro giugno. Sorte simile dovrebbe toccare anche all'Euribor, visto che il valore del contratto future sulla scadenza a 3 mesi inglobava ieri sera un tasso implicito dell'1,47% a giugno, dell'1,46% a settembre e una risalita quasi impercettibile all'1,56% a fine 2009.
Il problema, semmai, sorge per chi un mutuo lo deve stipulare adesso: non c'è dubbio che le condizioni spingano in favore del variabile visto che (spread permettendo) si possono spuntare tassi complessivi sotto il 3%, mentre il fisso (che molte banche faticano per giunta a concedere, secondo le segnalazioni che arrivano a Mutui24 attraverso i messaggi dei lettori) difficilmente scende sotto la soglia del 5 per cento. Il pericolo, in questo caso, è di farsi ingolosire da risparmi che nell'immediato possono anche raggiungere i 130 euro al mese su un finanziamento ventennale da 100mila euro, senza considerare che in futuro (magari non nel 2009 e neppure nel 2010) le rate dei mutui variabili possano tornare a salire mettendo in difficoltà le famiglie come nel periodo 2007-2008, anzi di più visto che adesso i tassi di partenza sono ancora più bassi del 2003-2005, quando gli Euribor rimasero a lungo attorno al 2 per cento.
Proprio per questo, chi si prepara alla scelta deve effettuare con cura e in modo prospettico, senza basarsi sui valori di questi giorni, le giuste valutazioni sulla spesa che è in grado di sostenere. Se solo i tassi tornassero sui livelli dello scorso ottobre, la rata mensile di un mutuo ventennale da 100mila euro a tasso variabile scatterebbe dagli attuali 545 fino a 787 euro: a conti fatti un incremento del 44% che può diventare ancora più sensibile per i prestiti a durata più lunga. Chi vuole evitare sorprese è avvertito. (Ma. Ce.)

6 Marzo 2009
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